In una recente ricerca, richiamata da alcuni telegiornali, si è discusso il problema del mal di schiena, come fenomeno doloroso che colpisce in larga scala l’uomo almeno una volta nell’arco della vita.
Senza specificare la percentuale di popolazione colpita, si è parlato di un’algia molto comune.
Dapprima va definito il termine dolore: secondo la IASP (International Association for the Study of Pain) il dolore è definito come esperienza emotiva e sensazione spiacevole in relazione a lesioni tissutali presenti o potenziali, o descritto in questi termini.
La capacità di sperimentare il dolore ha una funzione protettiva: avvisa l’individuo di lesioni tissutali imminenti o presenti ed attiva riflessi coordinati e risposte comportamentali per ridurre il danno al minimo.
Il mal di collo, così volgarmente detto, è un fenomeno doloroso molto conosciuto; si definisce correttamente cervicalgia.
Il dolore in regione cervicale, come anche in altre zone del corpo può essere diviso in due grandi categorie.
Il dolore acuto è un’algia improvvisa, spesso associata ad un movimento improvviso, veloce: così una rotazione del capo o un colpo dopo il quale si presenta un dolore forte, ben localizzato, che necessita di una postura antalgica, una posizione cioè che permette al soggetto di non avere dolore o di avvertirlo con meno intensità di averne solo poco.
Gli stati del dolore acuto, spesso, non si possono prevenire; pensiamo infatti ad un tamponamento in automobile che può essere causa di dolore generato dal classico colpo di frusta: ha un esordio involontario, improvviso.
In presenza di dolore acuto, repentino è consigliabile rivolgersi al proprio medico curante o in caso di dolore molto forte andare al Pronto Soccorso per ricercare tutti gli elementi del caso ed eventualmente eliminare le ipotesi diagnostiche più negative.
Il dolore cronico invece è un’algia sempre presente, almeno in sottofondo, con un andamento a poussè, cioè altalenante. Spesso è conseguente ad un fenomeno acuto non curato o non risolto completamente.
Il dolore cronico può avere diverse origini; ci si addentra qui in un campo assai problematico, poiché la causa del dolore può essersi verificata lontano nel tempo, può essere conseguente ad una disfunzione lontana, ad abitudini posturali errate o mantenute a lungo nel tempo, può far seguito ad un dolore acuto non curato ma lasciato a se stesso.
Caratteristica comune nel dolore cronico è la cura: spesso, a volte troppo spesso persone portatrici di cervicalgia cronica continuano ad assumere farmaci senza alcun controllo medico e soprattutto senza ricercare l’origine del problema. Il dolore cronico può avere un andamento ingravescente e spesso la guarigione mediante terapia fisica diviene lunga, faticosa e assai cara.
La prevenzione è spesso una parola chiave, ma l’invecchiamento continuo del corpo umano non ci permette appieno di avere la certezza di non incorrere mai in problemi di salute.
Il consiglio più utile è quello di mantenere una vita attiva. Al giorno d’oggi si hanno tutte le comodità possibili ed infatti stiamo diventando sempre più sedentari.
È vero durante l’arco di una giornata ci si muove, ma spesso senza le dovute cautele per salvaguardare il nostro corpo. Pensiamo a chi fa un lavoro d’ufficio, seduto ad una scrivania per ore e ore, con il capo in avanti per scrivere, leggere, guardare il computer; questo soggetto avrà la tendenza a mantenere il capo in avanti non solo quando è seduto, ma anche in posizione eretta perché la forma anatomica della sua colonna vertebrale andrà col tempo cambiando. Spesso avverte dolore al collo, alle spalle, come un senso di pesantezza, potrebbe avere formicolio alle dita dapprima di notte poi via via anche di giorno. Se questo soggetto mantenesse una postura corretta, mantenendo la colonna in asse verticale quando siede, se si muovesse o camminasse ogni tanto anche solo nella stanza d’ufficio, probabilmente non accuserebbe particolari dolori, o comunque meno del soggetto chino in avanti.
La sedentarietà, quindi, è un fattore predisponente e quello più frequente perché associato a posture scorrette.